All I want for Christmas is you

Un racconto breve scritto per un contest molto orgogliosa di come è venuto ve lo propongo

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    Selena Tenebris
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    All I want for Christmas is you
    “La mia nipotina bella” esclamò mia nonna aprendo la porta della casa di campagna dove ci aveva invitato per passare il Natale.
    “Nonna, sei un fiore” le dissi abbracciandola forte ed aspirando l’odore di lacca che i suoi capelli neri (la tinta, unico lusso che si concedeva alla sua età) emanavano.
    “Ma smettila, ogni giorno scopro una ruga nuova malgrado le creme super costose che mi compra tua zia”
    “Magari se le mettessi con regolarità”
    “Magari se lei me ne facesse finire una alla volta” rispose lei guardandomi e alzando gli occhi al cielo.
    Scoppiammo a ridere insieme poi lei mi abbracciò di nuovo e mi fece accomodare meglio nell’immenso salone.
    “Dove posso mettere i regali?” le chiesi appoggiando le borse per terra e togliendomi il cappotto.
    “Di là nella stanza col camino, l’albero è già pronto e tua zia ha già diviso il pavimento in settori -a ciascuno il suo- ha detto”.
    Mi recai nella stanza e come preannunciatomi trovai l’albero già pronto e sotto alcuni regali già posizionati e con la targhetta sopra a far bella mostra di sé.
    Nonna, i miei genitori, lei e lo zio ed io avevamo ciascuno il nostro angolo di pavimento prenotato.
    Appoggiai i doni negli spazi segnalati, poi mi soffermai a guardare l’albero e le sue decorazioni.
    Quest’anno zia era tornata alle decorazioni antiche di famiglia dopo che per qualche anno si era convertita allo stile minimal chic fatto con fiocchi rossi e stelle filanti dorate.
    Fu bello rivedere quegli antichi addobbi, davano un senso di casa che al momento avevo perso.
    C’era anche la mia decorazione preferita, una sfera di vetro aperta con dentro la natività e tutto intorno dei glitter dorati.
    Tamponai una furtiva lacrima a cui non detti il tempo di scendere e andai da mia nonna, la trovai in cucina, intenta a preparare la pasta, spianatoia, uova farina e il suo immancabile mattarello, l’unico strumento a detta sua che stendeva davvero bene la pasta.
    Mi ricordo quando buonanima di sua cognata, sorella di mio nonno, provò a convertirla allo sfoglia pasta a manovella, nonna la ringraziò, poi non appena tornata in città invitò la sua vicina a casa per un caffè e le regalò quell’attrezzo infernale.
    “Sempre a cucinare eh?” le dissi abbracciandola da dietro “Che prepari di buono per Natale?”
    “Crostini ai fegatini, crostini con stracchino e salsiccia, lasagne, polpettone e per finire pandoro e panettone”
    “Niente faraona? La facevi tutti gli anni era il tuo appuntamento fisso natalizio” le chiesi stupita
    “Piaceva a tuo nonno, io non l’ho mai amata tanto, tutte quelle piume che più bruciavi sul fornello e più che restavano attaccate… No, non fanno per me e per gli occhi stanchi che mi ritrovo, meglio un più pratico polpettone, però farò le patate al forno quello sì” disse rabbuiandosi un po’ nel pensare a nonno.
    “Ti manca nonno?” le chiesi
    “Un po’, ma il signore ci ha fatto il dono di stare insieme 50 anni e di avere due figlie meravigliose quindi mi ritengo fortunata. E tu? Con Mark come va? Ti raggiungerà qui per Natale?”
    “Non lo so nonna, è un casino assurdo, abbiamo litigato prima che io venissi qui, quindi no so se mi raggiungerà, anzi al momento non so neanche se stiamo ancora insieme.” Le confidai.
    “Perché avete litigato?”
    “Perché Patricia la sua ex moglie vorrebbe che Mark andasse in crociera con lei e la loro figlia e lui non ha il coraggio di dirle che vorrebbe passarlo con me”
    “E perché non glielo dice?”
    “Perché lasciando Patricia è consapevole di aver fatto soffrire sua figlia Helen e si sente in debito verso di lei”
    “E a te non pensa?”
    “Lui vorrebbe, ma Patricia è una campionessa nel mettergli contro la figlia per far sì che lui faccia quello che vuole lei”
    “Ma se non ho capito male Helen è grande no? Quanti anni ha? Mi stupisce che ancora si presti a questi giochetti”
    “Helen ha quasi 17 anni nonna, sa che dovrebbe essere abbastanza grande per ragionare con la sua testa, ma Patricia l’ha convinta che io voglio portarle via l’affetto di suo padre e quindi alterna momenti in cui è più ben disposta verso di me a momenti in cui mi dichiara guerra aperta. Questo è un momento di guerra aperta”
    “Oh tesoro mi dispiace e tua madre che dice?”
    “A parte i suoi te l’avevo detto di non metterti in questa storia e quando ti decidi a lasciarlo non molto”
    “uff, ha proprio preso il carattere di mia suocera, è mia figlia, non dovrei dirlo, ma su certe questioni è proprio glaciale”
    “Va beh che ci vuoi fare? Oramai so come è fatta e non me la prendo neanche più. Ma gli zii dove sono? In tutto il tempo che siamo stati qui a parlare non li ho visti”
    “Sono andati a fare un giro, tuo zio qui si annoia perché non ha molto da fare, il pc dopo un po’ lo stufa e quindi sono usciti. Perciò se vuoi andare a riposare nella tua vecchia camera puoi farlo, abbiamo ancora del tempo prima che arrivino”
    “Grazie, accetto volentieri, magari prima mando un messaggio a Mark”
    “Perché non lo chiami?”
    “Ho paura che non mi risponda vista la sfuriata che ci siamo fatti, magari verso un messaggio è più ben disposto”
    “Ah questa tecnologia, mi sa che complica solo la vita invece che agevolarla, quando litigavo con tuo nonno non c’erano i messaggi, se volevo una cosa dovevo parlarci e questo ci ha fatto fare pace diverse volte”
    “Ma tu e nonno non vi siete mai detti cose davvero brutte, io oggi per la rabbia l’ho accusato di non voler parlare chiaro a Patricia perché spera di portarsi a letto tutti e due”
    “Eri arrabbiata più che comprensibile, secondo me ti ha già perdonato”
    “Non era solo rabbia nonna, una parte di me teme davvero quello che ha detto, a volte penso che lui la ami ancora e che stia con me solo per alleviarsi il dolore di non essere più amato da lei”
    “Oh piccola mia non pensare certe cose, se sta con te è perché ti ama, non ce lo vedo proprio a fare certe cose anche se non lo conosco bene lo ammetto”
    “E’ solo che io sono così scialba rispetto a lei, così banale” dissi lasciando le lacrime libere di scorrere sul mio viso
    “Vieni qui tesoro, vedrai che si sistemerà tutto” disse lei allargando le braccia e stringendomi forte non appena io mi ci tuffai dentro.
    “Lo spero nonna, ma in questi casi vedo così lontano il futuro che mi ero immaginata con lui, sapevo che non sarebbe stato facile ma così è troppo” singhiozzai stringendola forte.
    Non so per quanto tempo nonna mi accarezzò, ma le sue coccole mi calmarono molto e quando mi fui finalmente ricomposta mi baciò sulla fronte e mi mandò a riposare.
    Salita in camera mi affacciai alla finestra per ammirare la vista sui monti, godendomi per un momento la pace che quel panorama mi offriva poi accostai gli scuri e dopo aver controllato il telefono mi sdraiai sul letto e mi addormentai.
    Non so per quanto tempo riposai, mi svegliò il suono del campanello, e malgrado la voglia di restare ancora rannicchiata in quel lettone mi alzai per andare a salutare l’ospite ma prima di scendere decisi di mandare un messaggio a Mark.
    “Non pensavo le brutte cose che ti ho detto, mi dispiace, vorrei che fossi qui, è tutto perfetto ma mi manchi” poi aggiunsi un cuoricino e glielo inviai.
    Stavo per scendere quando il telefono squillò; era Mark.
    “Bev, tu non hai niente da scusarti, hai ragione, io dovrei prendere una decisione solo che…”
    “Mark con chi parli? Vieni qui che dobbiamo parlare della crociera” la voce di Patricia si faceva sentire in sottofondo.
    “E’ Patricia vero?” chiesi sconsolata “Allora parti con lei Mark”
    “No io…” balbettò lui.
    “Senti Mark, se vuoi andare con lei vai, se vuoi tornare con lei fai pure avete un trascorso e una figlia insieme che non si possono cancellare, ma ti devi decidere, io sono sfinita, non riesco a stare in bilico così, mi fa male, quindi se vai in crociera fammi il favore, non tornare, non cercarmi e non chiamarmi, mi faresti solo male, se invece vuoi me sai dove trovarmi” poi chiusi la comunicazione e scesi, avrei voluto piangere di nuovo ma non volevo farmi vedere in pessimo stato dall’ospite chiunque fosse.
    Era mia mamma, che come al solito appena vista non mi risparmiò i suoi calorosi saluti
    “Ciao mamma” le dissi mentre stavo scendendo le scale
    “Bev sarai mica ingrassata? Ti vedo pienotta” e buon natale anche te mamma.
    “Mary smettila, lasciala stare” la rimproverò nonna.
    “Perché che ho detto?” disse lei venendo interrotta dall’arrivo dei miei zii.
    Dopo i vari baci e abbracci ci mettemmo a prendere una tisana prima di finire di lavorare al pranzo di Natale, mentre lo zio e papà optato per un più natalizio sherry, si ritirarono in salotto per una partita a scacchi.
    Come per antiche intuizioni femminili mia nonna e mia zia intuirono che qualcosa in me non andava e mentre aiutavamo nonna a preparare il pranzo di natale fecero scudo intorno a me contro le frecciatine di mia mamma consentendomi di stare tranquilla, sebbene già di mio cercassi di non pensare a Mark in partenza per una crociera con Patricia e Helen.
    Tanto che alla sua domanda sulla possibilità che Mark ci raggiungesse per una volta si accontentò di un secco “Forse ha da fare”, senza farmi i suoi soliti interrogatori da Santa Inquisizione.
    Finiti i preparativi cenammo con un po’ di affettati e formaggi, mamma mi controllava ogni boccone ma per fortuna quella sera non aveva bisogno di mugugnare più di tanto, la telefonata con Mark mi aveva tolto gran parte dell’appetito quindi…
    Dopo qualche chiacchiera a cena finita giunse l’ora di andare a letto, eravamo solo noi, tolto l’enorme forse di Mark, ma nonna voleva che fosse tutto perfetto lo stesso quindi ci recammo ognuno nelle nostre rispettive stanze prima del rush finale del giorno dopo.
    Proprio quando stavo per mettermi sotto le coperte la testa di mia nonna si affacciò alla porta.
    “Posso?”
    “Ma certo nonna, vieni!”
    “Non verrà vero?”
    “Non lo so, quando mi ha chiamato c’era Patricia con lui, ma lui non aveva ancora deciso”
    “Oh piccola. Mi dispiace davvero”
    “Passerà nonna, mi ci devo solo abituare che non sarà mai mio”
    “Sai il natale è anche magia, quindi non smettere mai di sperare che possa accadere qualcosa di magico proprio in questa notte, promettilo.”
    “Te lo prometto nonna, te lo prometto.”
    “Ora dormi o Babbo Natale non verrà a portarti quello che desideri” poi mi strinse forte e andò a letto anche lei.
    Nel tentativo di distrarmi lessi qualche pagina del libro che mi ero portata dietro ma la stanchezza del viaggio ebbe la meglio quindi dopo qualche pagina spensi la luce e mi addormentai.
    La mattina dopo fui svegliata da una musica natalizia che malgrado tutto mi mise di buon umore, scesi a sciacquarmi e poi mi recai in salone erano tutti lì intorno all’albero…
    “Buongiorno pigrona dai prendi il caffè che i doni ti aspettano” disse mia zia appena mi vide. Mi versai il caffè in cucina e corsi di là nel salone.
    Per un po’ si udì solo il suono della carta strappata e quello dei baci per ringraziamento. Avevamo tutti avuto dei doni splendidi me compresa che avevo avuto un paio di orecchini e una collana con un ciondolo a forma di gufetto che era un amore e per un giorno eravamo felici.
    Mi allontanai un attimo per controllare il telefono, stavo provando a chiamare Mark che però aveva il telefono spento, quando il campanello suonò cogliendomi di sorpresa.
    “Bev vai tu” disse mia nonna
    Aprii la porta e ciò che vidi mi lasciò senza parole.
    Mark era lì.
    “Voglio te, sono qui, resto, basta giochetti” e detto questo mi mise un pacchetto in mano…
    Mi tremavano le mani e avevo gli occhi offuscati, ma quando lo aprii trovai dentro un pupazzo di schiaccianoci (la mia favola natalizia preferita) che reggeva tra i denti un anello.
    “Bev mi vuoi sposare?”
    “Sì mille volte sì” risposi prima di baciarlo.


     
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