La Baronessa di Carini

Un Giallo d'Onore

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   -1
     
    .

    Millennium Member

    Group
    Rosa di Spine
    Posts
    29,937
    Reputation
    0
    Location
    dal mondo dei guai !

    Status
    'Anonymous

    orob

    Laura Lanza di Trabia, più nota come la Baronessa di Carini (Trabia, 7 ottobre 1529 – Carini, 4 dicembre 1563), è stata una nobile italiana, protagonista di una famosa e tragica vicenda siciliana.

    baronessa


    Primogenita del barone di Trabia e conte di Mussomeli Cesare Lanza e di Lucrezia Gaetani: ebbe una sorella, Giovanna, e due fratellastri, Ottavio (primo principe di Trabia, da cui discendono gli attuali componenti della famiglia, fece costruire a Mussomeli il palazzo nel borgo, a causa delle precarie condizioni del castello) e Margherita, nati dal secondo matrimonio del padre con Castellana Centelles.
    Nata nel castello di Trabia, visse l'adolescenza nel palazzo gentilizio di Palermo. Non avendo avuto, per il momento, eredi maschi, il Lanza combinò le sue nozze con un membro di una facoltosa e blasonata casata. Il 21 dicembre 1543, all'età di 14 anni, infatti, Laura andò in sposa, in Palermo, a don Vincenzo II La Grua-Talamanca, figlio del barone di Carini Pietro III e di Eleonora Manriquez, e si trasferì nel loro avito castello dove visse per vent'anni e nacquero i suoi otto figli.

    Baronessa-Carini


    Vittima di un matrimonio mal combinato, Laura intrecciò una lunga relazione con Ludovico Vernagallo, cugino del marito e di rango inferiore, ma che conosceva e apprezzava da tempo: secondo la tradizione (confortata dal rinvenimento dell'atto di morte della coppia da parte del parroco della chiesa madre di Carini Vincenzo Badalamenti), il padre li sorprese insieme e li uccise o fece uccidere.
    I cantastorie siciliani si dolevano perché la baronessa, colpita al petto, si toccò la ferita e, appoggiandosi al muro con la mano, vi lasciò un'impronta insanguinata, secondo la leggenda.
    Un canto popolare di autore anonimo del secolo XVI così rimpiangeva, in una delle strofe, la drammatica morte di Laura Lanza:«Vurria 'na canzunedda rispittusa, chiancissi la culonna a la me casa; la megghiu stidda chi rideva in celu, anima senza cappottu e senza velu; la megghiu stidda di li Serafini...povira Barunissa di Carini!»

    Il caso della signora di Carini non fu subito di dominio pubblico: la potenza delle famiglie coinvolte mise subito a tacere i diaristi del tempo, che si limitarono a riportare solo la data e la notizia della morte. Il vedovo si risposò subito con Ninfa Ruiz rinnovando alcune stanze del castello e cancellando le tracce che potevano ricordargli la prima moglie.

    baronessa-uccisa


    Si racconta che, a prova dell'omicidio, si troverebbe custodita nell'archivio della chiesa madre di Carini una lettera scritta dallo stesso padre al re di Spagna Filippo II. Don Cesare Lanza di Trabia fu assolto in virtù della legge vigente e l'anno successivo insignito del titolo di conte di Mussomeli.
    Secondo la tradizione locale la baronessa sarebbe stata tumulata nella cripta dei La Grua sotto l'altare maggiore della chiesa madre carinese.

    Baronessa Carini: Il mistero della Morte svelato dopo 500 anni

    mano-insanguinata


    CARINI (PALERMO) – “Baronessa di Carini: il mistero dell’omicidio svelato dopo 500 anni": il titolo dell’articolo di Laura Anello su La Stampa fa pensare che sia stato veramente risolto un giallo che dura da 451 anni, da quando Laurea Lanza, Baronessa di Carini, venne trovata in una notte di dicembre a letto con l’amante Ludovico Vernagallo e fu uccisa dal padre, Cesare Lanza.

    Quattro anni fa il Comune di Carini ha incaricato un pool di esperti di indagare sul caso della Baronessa e di trovare il vero colpevole, che secondo molti non è il padre, che si sarebbe solo autoaccusato del’assassinio perché la legge del “delitto d’onore” permetteva al padre che avesse trovato la figlia adultera in “flagranza” di ucciderla.
    Secondo altri, fra cui l’Enciclopedia Treccani, non c’è nessun giallo: l’assassino fu il padre, che non era per niente un “uomo straordinario, giureconsulto”, così come lo descrive Carmelo Duplo, uno degli studiosi del pool, a Laura Anello.

    Per il momento il pool si dice vicino al ritrovamento della salma della baronessa, che sarebbe sepolta nella chiesa di San Mamiliano a Palermo: questa è l’unica scoperta, per ora.

    baronessa_carini_stampa

    “A vederla così, la giovane nobildonna con la testa reclinata sul cuscino, viene da pensare che davvero sia questa la tessera mancante del puzzle, il segreto nascosto per quasi 500 anni. Che la fanciulla scolpita nel marmo del sarcofago della chiesa di San Mamiliano – nel centro storico di Palermo – sia proprio lei, Laura Lanza, la baronessa di Carini uccisa nel 1563 in quello che è passato alla storia come il più clamoroso dei delitti d’onore. E che quindi questa sia la sua tomba, cercata per secoli e mai finora trovata, neanche dalla squadra di cercatori di fantasmi “Ghpa” che da tempo registra voci e apparizioni.

    A queste conclusioni è arrivato un gruppo di studiosi (criminologi, grafologi, psicologi), che ha indagato per 4 anni tra archivi e chiese da Carini a Madrid. «L’ho sempre immaginato – dice il parroco, padre Giuseppe Bucaro -. Questa è la cripta della sua famiglia, qui sono seppelliti il nonno Blasco Lanza, la seconda moglie del padre Castellana Centelles, e probabilmente anche il padre Cesare Lanza che la uccise o, meglio, che si autoaccusò del delitto».
    La storia è nota, rilanciata poi da due fortunati sceneggiati televisivi: quello del 1975 con Ugo Pagliai e Janet Agren e il remake del 2007 con Luca Argentero e Vittoria Puccini. Teatro del delitto è Carini, paese a 30 chilometri da Palermo dove il 4 dicembre 1563 – secondo la ricostruzione ufficiale – la baronessa Laurea Lanza, sposata con Vincenzo La Grua, venne trovata a letto con l’amante Ludovico Vernagallo e assassinata dal padre nella stanza del castello.

    Un delitto d’onore confessato dall’assassino in una lettera al re di Spagna conservata nella chiesa Madre. «Ma non torna niente di questa ricostruzione – dice Carmelo Dublo, grafologo e perito del tribunale che guida la ricerca – perché per raggiungere Carini da Palermo ci volevano a cavallo almeno 6 ore e quindi Cesare Lanza non avrebbe potuto sorprendere nessuno. Inoltre, Vernagallo era un amico di famiglia con cui Laura giocava già da bambina, e la sua presenza al castello era consueta. L’impressione è che Lanza, uomo straordinario, giureconsulto, si sia sacrificato per coprire il vero autore del delitto». Per la legge del tempo al padre dell’adultera era consentito uccidere la figlia e l’amante, se colti sul fatto. Al marito, invece, solo il diritto di uccidere il rivale, ma non la moglie.

    Primo obiettivo, trovare la tomba di lei. Le ricerche sono partite nel 2010, per mano degli investigatori dell’Icaa (International crime analysis association), nella chiesa madre di Carini, dove la tradizione vuole che esista la cripta della famiglia La Grua, poi chiusa e mai più individuata. «Le ricerche – dice Dublo – sono arrivate a risultati poco chiari, certo è che secondo la tradizione il sarcofago della baronessa fu collocato a lungo nella cappella accanto all’altare e poi portato nella cripta. Ma noi ci siamo convinti che sia una falsa pista». Una convinzione maturata alla luce delle “lettere di discolpa” inviate da Cesare Lanza al re di Spagna, ora custodite all’Archivio di Stato della Casa reale di Madrid. E ancora attraverso le carte custodite a Carini, «alcune certamente contraffatte». Poi l’indagine si è spostata nelle tante cappelle delle due famiglie, alla ricerca delle tombe. Tutto porta al sarcofago anonimo della fanciulla dormiente nella cripta della chiesa di San Mamiliano (cripta tornata alla luce alla fine degli Anni 90) posto proprio sotto a quello del nonno Blasco Lanza, «segno di una profonda familiarità tra i due defunti».

    dsc09580-600x248

    Per avere la certezza, bisogna ora passare ai prelievi nella tomba, più volte profanata e depredata tra l’Ottocento e il Novecento. «Sono sepolta in una tomba dove ci sono tanti cani, dov’è il malefico», avrebbe detto lo spirito della nobildonna ai ghostbuster. Che fossero i ladri quei cani malefici?”

    i



    Edited by Alexandra Borgia - 1/3/2020, 18:41
     
    Top
    .
  2.     +1   -1
     
    .

    Libraia, Scrittrice e Promoter Culturale

    Group
    Luna Magister
    Posts
    47,351
    Reputation
    0
    Location
    Corte dei Borgia

    Status
    'OFFLINE
    La violenza, la morte, l'amore esistono dalla notte dei tempi, eppure mi sconforta accettare l'idea che storie come queste abbiano ritorsioni altrettanto violente nelle esistenze delle giovani donne di oggi. Quante che non erano contesse, baronesse, principesse devono aver fatto la stessa fine solo perché avevano osato abbandonarsi alla fiamma sincera dell'amore? Certo, lei aveva tradito lo sposo e, con lo sguardo critico ai secoli addietro, dove ci si uccideva come mosche, in nome di nessuno, mi rendo conto che la bella Laura aveva pochi mezzi per sfuggire alla sorte. Lei era prigioniera del padre, una pedina politica e sociale mossa e travolta dall'indignazione paterna.
    Alla luce dei nuovi accadimenti, spero che l'anima della baronessa possa tornare a "casa sua", sfumata dolcemente dalle nuvole di un Dio che, certo, l'aveva perdonata, poiché fu vittima dell'amore e non dell'infedeltà. Matrimoni come quelli erano all'ordine della Chiesa. La donna non poteva replicare. Poteva solo morire, accettare la vita di convento, ma lei, essendo così giovane, aveva soltanto chinato il capo ad un ordine superiore.
    Che sia stato il padre ad ucciderli entrambi, non ho dubbi...
    Come si dice da me...quando una donna muore, la prima causa ebbene cercarla fra le mura domestiche.
     
    Top
    .
  3.     +1   -1
     
    .

    Millennium Member

    Group
    Selena Tenebris
    Posts
    26,304
    Reputation
    0
    Location
    Avalon

    Status
    'OFFLINE
    Bellissima storia, non la conoscevo...
     
    Top
    .
  4.     +1   -1
     
    .

    Junior Member

    Group
    Harmonia Celeste
    Posts
    121
    Reputation
    0
    Location
    Palermo

    Status
    'OFFLINE
    Ennesima storia di femminicidio. È orrendo pensare che sin dall' antichità era normalissimo uccidere una donna.
     
    Top
    .
  5.     +1   -1
     
    .

    Junior Member

    Group
    La Profetessa
    Posts
    35
    Reputation
    0
    Location
    Camerino

    Status
    'OFFLINE
    La storia è piena di questi cinici assassini....e la baronessa è una delle tante che hanno subito un simile trattamento. Bella storia, molto suggestiva...
     
    Top
    .
4 replies since 8/12/2019, 19:18   587 views
  Share  
.